CONFINI SOSPESI
Covid-19 lockdown, Italy 2020
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CONFINI SOSPESI
Covid-19 lockdown, Italy 2020
Il lockdown durante la pandemia di Covid-19 ha ristretto di molto i confini all’interno dei quali eravamo abituati a muoverci. Le finestre di casa sono diventate le nuove colonne d’Ercole da non oltrepassare. Se lo spazio si è contratto su se stesso, il tempo, invece, si è dilatato diventando momento di riflessione e di attesa.
Una situazione eccezionale ci ha privati all’improvviso della vita attiva e di tutto quanto la riguardava. Questo progetto fotografico vuole descrivere l’altra faccia della medaglia: la sfera privata che è diventata, per molti, la sola vita vissuta in questi giorni. È il racconto di un nuovo confino domestico: sospeso, paziente e pieno di interrogativi. Come mantenere vivo il contatto con i nostri affetti? Come gestire le relazioni a distanza o le preoccupazioni lavorative per il futuro?
Una prima risposta, che arriva da più voci, è la presa di coscienza dell’importanza della vita sociale e dei suoi spazi. I luoghi in cui vivere la dimensione politica dell’esistenza umana: dalle relazioni familiari allargate, all’attivismo, al lavoro, alle bellezze della natura. Venuti meno questi luoghi reali e simbolici, anche la sfera emotiva ne subisce inevitabilmente le conseguenze. Ha bisogno di ricostruirsi. Ripensare la relazione tra il dentro e il fuori: questo è quello che rappresenta, in questo momento storico, il progetto fotografico Confini sospesi. Ad esserne protagonista è l’essere umano colto nella dimensione più intima e forse anche più misteriosa della sua esistenza. Il confine tra interiorità e socialità è rappresentato plasticamente dalle mura domestiche: un territorio sospeso che diventa così l’espressione di un limite che è sia fisico che mentale.
Una situazione eccezionale ci ha privati all’improvviso della vita attiva e di tutto quanto la riguardava. Questo progetto fotografico vuole descrivere l’altra faccia della medaglia: la sfera privata che è diventata, per molti, la sola vita vissuta in questi giorni. È il racconto di un nuovo confino domestico: sospeso, paziente e pieno di interrogativi. Come mantenere vivo il contatto con i nostri affetti? Come gestire le relazioni a distanza o le preoccupazioni lavorative per il futuro?
Una prima risposta, che arriva da più voci, è la presa di coscienza dell’importanza della vita sociale e dei suoi spazi. I luoghi in cui vivere la dimensione politica dell’esistenza umana: dalle relazioni familiari allargate, all’attivismo, al lavoro, alle bellezze della natura. Venuti meno questi luoghi reali e simbolici, anche la sfera emotiva ne subisce inevitabilmente le conseguenze. Ha bisogno di ricostruirsi. Ripensare la relazione tra il dentro e il fuori: questo è quello che rappresenta, in questo momento storico, il progetto fotografico Confini sospesi. Ad esserne protagonista è l’essere umano colto nella dimensione più intima e forse anche più misteriosa della sua esistenza. Il confine tra interiorità e socialità è rappresentato plasticamente dalle mura domestiche: un territorio sospeso che diventa così l’espressione di un limite che è sia fisico che mentale.